Il Verbo Arte

Le muse inquietanti
Opera del 1917 di De Chirico, Le muse inquietanti.

Andando oltre il Wikipedianesimo che ci dice che l'opera rappresenta due statue classiche inserite in un contesto irreale in quanto a sx compaiono 2 ciminiere non funzionanti (De Chirico rifiuta la modernità) mentre a dx vediamo il castello di Ferrara; la piazza è pavimentata in legno, quasi un palco; le statue sono senza testa e le luci calde e le ombre nette e ci evidenzia l'antitesi tra passato e presente..

Io vorrei far notare come il carattere irreale, onirico dell'opera sia piuttosto evidenziato dal fatto che la scena sembra una Stanza di giocattoli, con costruzioni, casette, bambole..solo un sogno per l'ormai adulto De Chirico e i colori caldi e netti sono i colori che vede il bambino De Chirico, ancora non sconfortato e depresso dal grigiore della vita. Il pavimento in legno è il classico pavimento della soffitta nella quale avrà trascorso l'infanzia e  le "Muse" sono le bambole con le quali avrebbe voluto giocare ogni maschietto da piccolo, Freud dixit..ma sono senza testa perchè il piccolo Giorgio è riuscito a negare il prevalere della tendenza femminile; inquietanti per la paura di cedere ancora all'istanza femminile.
L'ordine e il silenzio dell'opera contrastano con la confusione che domina in una reale stanza di giochi, ma essendo ormai solo il sogno di un adulto, è possibile riprodurre una scena di calma e tranquillità.



Scultura in bronzo del 1554 di Benvenuto Cellini, Perseo con la testa di Medusa.

La statua, posta su un piedistallo, domina piazza della Signoria a Firenze.
L'opera mi affascina per il fatto che sembra che Perseo non abbia compiuto il minimo sforzo per ottenere la testa, quasi non vi sia stata una lotta:il corpo è perfetto, fermo, vigoroso, non comunica alcuna idea di disordine o scompostezza; e in aggiunta ha l'aspetto di colui che,in modo delicato, quasi indolore, abbia solo eseguito uno sporco dovere: "..la volevate, eccola!". Ma anche dalla testa tagliata traspare ciò:come si può notare la testa è solo stata sezionata, non c'era volontà di rovinarla, è integra e composta. Ne risulta una scultura in cui la crudeltà dell'atto in sè viene meno per la delicatezza con cui è evidente essere stato commesso, neppure per volontà. Allo stesso modo però spaventa e inquieta perchè se senza alcuna fatica ha ucciso Medusa e ne ha avuto la testa, con quale facilità e immediatezza potrebbe uccidere chi incontrerà nel suo cammino? Per cui, come sottotitolo dell'opera, io aggiungerei: Who will be the next one?


Pittura a olio del 1936 di Joan Mirò, Personaggi e montagna.

Opera poco diffusa nei testi e anche in rete, dal titolo di incerta traduzione, questa tela a olio del primo Mirò è assolutamente degna di lode per la capacità dell' artista di rappresentare tutti i personaggi e differenziarne le sembianze solo attraverso l'uso di tre colori: rosso, nero e giallo, avvalendosi di qualche sfumatura..concessa..I personaggi/animali, chiaramente destrutturati e ricomposti a discrezione, richiamano molto alcune immagini del test psicologico di Rorschach, in quanto, osservando ciascuno di questi semi-cani, semi-gatti uccelli o cavalli, sembra di poterne cogliere un' anima mansueta e un' anima feroce, in base all' attitudine con la quale ci accostiamo all' osservazione del dipinto. I toni caldi e vividi insistono verso una tendenza positiva, ma nello stesso tempo, il loro esser sospesi, quasi riposizionabili, come fossero dei magneti adesi ad un retrostante paesaggio-lavagna, ci porta a immaginare una disconnessione con la vita. Da segnalare come la testa gialla del presunto cavallo al centro del dipinto richiami chiaramente due elementi del Guernica. Ora: la tela di Mirò è del 1936, il Guernica del '37, per cui la querela per plagio spetterebbe a Joan..


Particolare delle Cappelle Medicee, la Sacrestia Nuova di Michelangelo, Giuliano e Lorenzo De Medici.

Opera più che nota e descritta.Vorrei soffermarmi sulle figure dei custodi dei sottostanti sarcofaghi: i possenti Giuliano (a sinistra nella foto ma a destra entrando nella Cappella) e Lorenzo de Medici (ovviamente qui a dx e sulla sinistra in sede).
Ciascuna scultura, ospitata in una nicchia, fronteggia dunque l'altra e, come riporta Wikipedia, pare siano rivolte verso la Madonna con Gesù in grembo al centro della cappella. E ciò sarebbe spiegabile in virtù dell' idea di Michelangelo secondo cui post gloria terrena solo la preghiera è di ausilio all' affanno umano.
A mio parere, invece, bisogna cogliere un elemento di sfida tra i due soggetti. In effetti dobbiamo notare che le due sculture, sono possenti uomini in carne e ossa, non sono nudi come le sculture sottostanti (Giorno e Notte e Crepuscolo e Aurora) ma, in completa tenuta da combattenti, sono uomini ancora in azione (addirittura Giuliano tiene il bastone sulle ginocchia). E se vogliamo, possiamo anche pensare che siedano su un trono..(Il fatto che Giuliano tenga il bastone lo imputerei ad una evidente inferiorità fisica rispetto all' imperiosità e alla prestanza che invece comunica la scultura di Lorenzo; per cui l'arma sarebbe un elemento di compenso per questo complesso di inferiorità).
In definitiva, il loro rivolgersi alla Madonna reputo sia da leggere piuttosto come una scelta dei due aitanti combattenti ormai morti di affidare alla Madonna, colei che è detentrice della Verità, la decisione su chi sia stato il migliore. "Deposte le armi, ci rimettiamo alla Tua suprema decisione."  




Opera del 1936 di Dalì, Ballerina in un cranio.

Chiara illusione ottica dell' unico artista cui io mi sento di dover tributare la qualità di genio.
Il noto metodo paranoico critico consiste proprio nel dare un' espressione razionale a ciò che è irrazionale, il turbinio di immagini o visioni oniriche che affollano l'inconscio. Dopo la fase, appunto paranoica, in cui si è completamente in balia delle più deliranti e inconfessabili pulsioni, le allucinazioni e visioni che prendono forma in questo stato puramente mentale, vengono razionalizzate e riescono a trovare così una compiuta e nitida espressione su tela. Il carattere visionario però persiste, perchè  per noi che osserviamo l'opera con approccio logico e critico, non vi alcuna connessione tra gli elementi della rappresentazione. L' elemento di contatto appartiene all' artista, noi possiamo solo apprezzare l'abilità nel creare un un' immagine ineccepibile, in cui non traspare assolutamente il caos da cui deriva. Vorrei solo aggiungere che ciò che secondo Dalì genera la paranoia sono le delusioni sistematiche, con o senza allucinazioni dei sensi..cioè, quella costante delusione delle aspettative cui l'uomo risponde attraverso una costruzione mentale di ciò che avrebbe dovuto essere e che può sfociare anche in manifestazioni reali quali ossessioni e manie. Devo riconoscere un buon background freudiano...




Opera personale del 2014. Disquieting cage.

Le mie piccole creature, i miei omini incappucciati e naso sporgente, i miei guardiani di casa, realizzati questa volta in versione multicolore. Sono caduti in gabbia, solo per aver commesso il fatto, anche se il fatto non sussiste..semplicemente disposti in una graziosa e leggiadra gabbietta per uccellini. Un ' unica forma monotona, un unico sguardo inespressivo, un habitus che nasconde qualcosa di misterioso, blasfemo e sacrilego, rendono inquietante il melodioso canto di un ipotetico usignolo che si potrebbe immaginare in una così fiabesca gabbietta. Loro sono in gabbia ma, con il naso che protrude e fuoriesce tra le inferriate rivelano una curiosità quasi morbosa per la vita in casa, di cui sono solo spettatori e giudici. Sullo sfondo cuori e farfalle, sempre creazioni personali, della mia dimora, altrimenti definita casa delle fate. 
Ribadisco quanto già detto in un post: la mia non è Arte.

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