martedì 13 gennaio 2015

Il Verbo secco quotidiano è..

 Diario di un giorno qualunque:la vita dopo le feste

Sarà perchè con l'epifania sono finite, oltre che quelle del panettone, anche le ultime briciole di entusiasmo e disincanto fanciullesco, sarà perchè nelle città hanno spento tutte quelle tanto belle lucette così come chiamo io, ma lo stato d'animo si è fatto alquanto torbido..e, ahiVoi cotanta cupezza mi spinge a parlare di noia. Stavolta però parto citando il caro Kierkegaard che, parlando del seduttore, colui che sceglie la vita estetica, che poi è la stessa cui il prof incita i ragazzi nell' Attimo fuggente, quella vita da cui succhiare tutto il midollo..per non doversi poi accorgere, in punto di morte, di non aver vissuto..ci dice
la realtà non riusciva a servirgli d’incitamento se non sporadicamente e a tratti. Non si sottraeva alla realtà. non era, infatti, troppo debole per sopportarla, anzi era troppo forte. Ma questa sua forza in fondo non era che malattia. Non appena la realtà aveva perduta ogni forza d’incitamento, egli si trovava disarmato: donde il suo male. Ed egli ne era consapevole nell’attimo stesso dell’incitamento, e appunto in questa consapevolezza consisteva il male.
E' qui chiaro che anche il seduttore fa un passo indietro, non è un seduttore convinto. O meglio, pensava di aver compiuto la scelta migliore ma, a conti fatti, non lo soddisfa, non è appagato, è al punto di partenza. E' sceso nella realtà, ha provato ha vivere all' acqua di rose, senza pensieri, alla hakuna matata, ma si ritrova vuoto, spento, di nuovo senza stimoli. E, depresso e frustrato dalla delusione delle aspettative, cade tragicamente nella noia. Di nuovo, ancora una volta. Ma il problema del depresso sta proprio in questo, nell'attitudine con la quale affronta la realtà. Lui parte sapendo già che si tratterà solo di sprazzi di vita, di un ennesimo ma inutile tentativo di trovare la felicità con un nuovo evento, con una nuova festa ma, esaurita l'adrenalina momentanea è il baratro, ritorna nell'abisso torbido e fangoso nel quale si crogiola quotidianamente. E il "male" come dice Kierkegaard sta proprio in questo, nel fatto che ci imbellettiamo per le feste, compriamo i fuochi d'artificio per Capodanno, armiamo tavole e tombole ma, dopo il 6 gennaio, posso dire che noi depressi chiudiamo per ferie. 

Nessun commento:

Posta un commento