mercoledì 5 novembre 2014

Dalì, Ballerina in un cranio


Opera del 1936 di Dalì, Ballerina in un cranio.

Chiara illusione ottica dell' unico artista cui io mi sento di dover tributare la qualità di genio.
Il noto metodo paranoico critico consiste proprio nel dare un' espressione razionale a ciò che è irrazionale, il turbinio di immagini o visioni oniriche che affollano l'inconscio. Dopo la fase, appunto paranoica, in cui si è completamente in balia delle più deliranti e inconfessabili pulsioni, le allucinazioni e visioni che prendono forma in questo stato puramente mentale, vengono razionalizzate e riescono a trovare così una compiuta e nitida espressione su tela. Il carattere visionario però persiste, perchè  per noi che osserviamo l'opera con approccio logico e critico, non vi alcuna connessione tra gli elementi della rappresentazione. L' elemento di contatto appartiene all' artista, noi possiamo solo apprezzare l'abilità nel creare un un' immagine ineccepibile, in cui non traspare assolutamente il caos da cui deriva. Vorrei solo aggiungere che ciò che secondo Dalì genera la paranoia sono le delusioni sistematiche, con o senza allucinazioni dei sensi..cioè, quella costante delusione delle aspettative cui l'uomo risponde attraverso una costruzione mentale di ciò che avrebbe dovuto essere e che può sfociare anche in manifestazioni reali quali ossessioni e manie. Devo riconoscere un buon background freudiano...

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